Cos’è il Bilancio di Competenze

Seneca affermò che “non esiste vento a favore per il marinaio che non sa dove andare”;

ma aggiungo che spesso il problema è che il marinaio non sa se è in grado di condurre la sua nave!!

Il Bilancio di Competenze è una modalità per delineare un percorso professionale e, quando viene realizzato con spirito critico e disponibile, un momento di riflessione personale e di autoconsapevolezza fondamentale.

Si tratta, per utilizzare la nostra metafora, di riflettere sulle nostre capacità di condurre la “nostra nave” e sulla rotta fino ad oggi percorsa, per comprendere meglio chi siamo oggi e stabilire, alla luce di queste nuove informazioni, in quale porto vogliamo arrivare (magari, ripartendo poi per un nuovo viaggio…).

Un percorso di introspezione e di autovalutazione condotto con modalità il più possibile oggettiva e, soprattutto, con una finalità costruttiva.

Vediamo quali sono i 3 obiettivi che si pone il Bilancio di Competenze:

– realizzare un percorso di riflessione e di conoscenza (al fine di raggiungere un equilibrio emotivo e lo sviluppo personale che sono necessari)

– promuovere il raggiungimento di un’autentica autonomia e l’assunzione responsabile del proprio sviluppo

– favorire l’adozione di un progetto (piano d’azione)

Si tratta di un vero e proprio compito in cui si ripercorre la propria esistenza sotto molteplici aspetti.

Viene redatto, in prima battuta, da soli, lavorandoci come un’autobiografia; in un secondo momento, assieme al counselor, si esamina il quadro d’insieme approfondendo gli elementi emersi.

Ricostruire il proprio vissuto – professionale ed esistenziale – permette una riflessione più consapevole delle proprie modalità di agire, dei copioni che mettiamo in atto nelle diverse situazioni reali e che possiamo così comprendere e correggere, rendendoli più funzionali agli obiettivi che ci prefiggiamo di raggiungere.

Alcuni enti prevedono la realizzazione di una serie di documenti (documento di sintesi, portfolio delle competenze) per formalizzare l’impegno preso. Personamente ciò che ritengo fondamentale è la stipula del patto di percorso (vedi nella sezione)

Questa panoramica a 360° ci permette di acquisire una vera e propria “identità professionale” e riprogettare il nostro futuro, formulando uno o più progetti professionali (magari decidendo di colmare alcune lacune emerse con un’adeguata formazione o pianificando nuovi percorsi di formazione) elaborando una strategia d’azione efficace.

Il Bilancio di Competenze non inventa nulla ma rivela, rende il soggetto più consapevole delle sue potenzialità e del suo valore e ne risveglia la motivazione, elementi indispensabili per affrontare qualunque cambiamento.

Accade, in un certo senso, come quando si mette ordine in casa, ritrovando cose dimenticate o che ritenevamo perdute e accorgersi di altre che sono da sostituire perché non più funzionali (abitudini)

Un percorso di questo tipo mira a far sì che ciascuno divenga più consapevole delle proprie potenzialità e di come svilupparle, dei propri limiti e di come affrontarli, dei propri punti di forza e di come farli risaltare.

Requisito essenziale per l’orientamento è la motivazione del soggetto ad intraprendere questo percorso e quindi la disponibilità a “mettersi in gioco”.

La capacità di autocritica e la disponibilità a rivedere e analizzare quali sono stati i motivi che possono aver condotto a degli insuccessi (scolastici, lavorativi, in fase di selezione, ecc.) consentono di modificare eventuali comportamenti o atteggiamenti poco produttivi ed elaborare delle strategie che consentano di ottenere migliori risultati.

In questo percorso spesso emergono problemi scolastici, difficoltà familiari, situazioni di scarsa autostima, demotivazione o altre problematiche psicologiche che devono essere considerate e, possibilmente, risolte.

Questo processo è indicato anche con il termine empowerment – o self-efficacy, autoefficacia – inteso come la capacità di sviluppare il proprio potere personale, divenendo più consapevoli di sé, e di assumersi la responsabilità della propria esistenza.

L’assunto che sta alla base del Bilancio di Competenze è che dietro ai comportamenti ci sono le caratteristiche delle persone

Le COMPETENZE vengono identificate dai comportamenti adottati, prodotti da un insieme di conoscenze e da una serie di caratteristiche possedute dalla persona, non immediatamente osservabili e misurabili, quali: bisogni, valori e motivazione, tratti di personalità, intelligenza e attitudini, aspetti relativi all’immagine di sé e del proprio ruolo sociale.

Queste caratteristiche sono in relazione causale con le prestazioni lavorative efficaci o superiori in un certo ruolo. In altre parole sono una combinazione di qualità personali e conoscenze professionali che permettono di svolgere un ruolo professionale in maniera più o meno efficace ed eccellente.

Oggi, infatti, non è più importante COSA la persona fa, la posizione che ricopre, intesa come l’insieme di attività e responsabilità formalmente assegnate dall’azienda, ma COME lo fa, cioè il ruolo che riveste, inteso come l’insieme dei comportamenti che vengono assunti in termini di attività, in rapporto alla propria collocazione organizzativa e alle aspettative dell’organizzazione.

Oggi più che mai sono richiesti comportamenti flessibili, non rigide mansioni.

Lo scopo ultimo del Bilancio di Competenze è quello di fornire strumenti e supporto alle persone per aumentare la consapevolezza di sé, la conoscenza delle strategie decisionali e di pianificazione di carriera, delle modalità efficaci per cercare di inserirsi in contesti lavorativi.

Concludendo, possiamo definire il BILANCIO DI COMPETENZE come un intervento strutturato di consulenza di orientamento che aiuta il soggetto a definire con precisione e consapevolmente le proprie capacità, competenze e aspirazioni professionali, al fine di progettare e mettere in atto percorsi professionali pienamente soddisfacenti. E la soddisfazione personale è in relazione con la qualità della vita

Ognuno di noi ha il diritto e la responsabilità di valutare le strade che gli si aprono davanti e quelle che ha già percorso.
Se la strada futura si mostra avversa o per niente promettente e quelle passate affatto invitanti,
allora bisogna raccogliere tutto lo spirito di iniziativa che si possiede,
portare con sè lo stretto necessario e intraprendere un nuovo cammino

Maye Angelov – L’arte di vivere, 1999

 

Non è superfluo ricordare che c’è CAMBIAMENTO quando:

1 – l’individuo è insoddisfatto della situazione attuale

2 – ha individuato la situazione desiderata (dove vuole arrivare, il suo obiettivo)

3 – conosce il modo di passare dalla situazione attuale a quella desiderata (passi concreti da compiere)

Quindi è necessario un momento di autoconsapevolezza della persona, che va anche stimolato con lo studio (acquisizione di nuove conoscenze), con la sperimentazione concreta in ambienti adeguati (ad es. stage e tirocini), con l’esperienza personale e con la riflessione.